Ribolla terza edizione dell’incontro di poesia estemporanea.


A Carlo Bechelli e Benito Mastacchini viene dato il contrasto POESIA SCRITTA e BERNESCO
Bechelli Poesia scritta
… Ma nel mondo lo sai per pote’ vive’
e ci vole una scienza preparata
io mi segno e devo dirmi “abbasso”
ma di fronte all’Ariosto e in fronte al Tasso
Mastacchini Bernesco:
Sugli storici ‘un fare troppo chiasso
ma forse in mente non ti viene Omero
senza la penna, senza ave’ ‘l compasso
dettava tutto con il suo pensiero
queste son cose le metto all’incasso
io della storia ti dissi so’ a zero
e so adoprarla la mia mano
per fare il vino e seminare il grano.

Anche se sappiamo che diversi poeti mantengono un filo con la produzione scritta, l’ottava rima pubblicata non è tantissima. Per quel che so con Vittoria Guglielmi nel 1990/91 curai per l’Arci un libretto di Tribuno Tonini “Porgete orecchio egregi miei ascoltanti”. Quello è stato il mio primo lavoro su un poeta estemporaneo.
Erano ottave ritrovate dal figlio annotate su fogli e quaderni.
Sempre in quella collana dell’Arci uscì un libro di Ramiro Temperini di Monticello Amiata “Questo è ‘l paese dove nacqui io” (però questo personaggio, che conobbi in occasione della presentazione del libro, non era un poeta estemporaneo bensì uno che usava scrivere i suoi versi in rima usando soprattutto l’ottava rima)
Per dire dei poeti di Maremma e di qualche libro:
1951 – di Severino Cagneschi poeta e cantastorie esce “Raccolta di poesie di un poeta maremmano”
1956 – Ireneo Pimpinelli “Poesie popolari”
1965 – Angelo Pii di Arcidosso “Poesie sulla vita di David Lazzaretti” pubblicate postume dai Giurisdavidici (aveva dato alle stampe nel 1885 “Poesie diverse”)
1982 – Alfredo Monari di Murci “Poesie” pubblicate postume.
1987 – Benito Mastacchini “Cantare in compagnia” – “Realtà e malinconia” (1992)
1994- Quinto Paroli poeta del Maggio
1995 “Francesco Benelli “Quando le rime nascono dal cuore”
1997 L’ARTE DEL DIRE
2004 Lio Banchi “La smania di cantare” Postumo

La poesia non è solo andare a capo in un altro modo, diviene l’occasione per far emergere l’intimità; è il formarsi di un’idea che si lega ai rapporti umani e ai sentimenti più profondi.
Ma cosa pensa Enrico della poesia in ottava rima?
“La poesia estemporanea secondo me è una tecnica… logicamente ci vuole una certa predisposizione però più a livello mentale…” Ecco dunque un primo distinguo di Rustici che pur essendo legato alla tradizione contadina, l’ottava rima non ce l’ha nel sangue.
“Io l’ottava rima non la conoscevo nel dettaglio; anche se l’avevo sentita… non mi aveva mai attirato più di tanto. È vero che sono entrato in contatto con l’ottava rima abbastanza presto, a tredici anni con il “Maggio”, però prima, forse per l’età, nemmeno l’ascoltavo, anzi mi sembrava una cosa piuttosto noiosa.”
Questa testimonianza restituisce pienamente il percorso formativo di Enrico, la sua storia di poeta del Maggio e infine di poeta improvvisatore.

Il mondo tradizionale è stato un mondo altamente selettivo.
Ha tramandato solo quelle cose funzionali alla propria cultura: i canti popolari, le novelle… e naturalmente la poesia a braccio. Ma proprio questa forma comunicativa che aveva retto per secoli ai tanti cambiamenti del mondo agricolo, con il mutare delle forme di lavoro, con la drastica riduzione dell’occupazione agricola, subisce uno smarrimento.
Ci sarà futuro per l’ottava rima? Enrico risponde di sì pero aggiunge:
“ è difficile mantenere l’ottava rima legata al contesto particolare del mondo contadino… anche se in Maremma è un fenomeno a parte. Perché si associa ancora molto ai cicli dell’anno… ci sono legami con i temi della campagna che per me, giovane d’oggi, perdono di contenuto. Io non guardo la terra che mi dà il pane… è sì qualcosa di bello, ci sono cresciuto e ci sono attaccato, però non c’è l’elemento della vita che mi unisce. Questo penso sia il segno dei tempi che cambiano. L’importante è che si mantenga la forma dell’ottava che è uno strumento che si inserisce nel contesto dell’improvvisazione…”
In questa pubblicazione troviamo testi poetici, con registri diversi di scrittura. Ma il racconto di Enrico ci fa entrare nel suo mondo consegnandoci qualche chiave di lettura.
Oggi anche grazie al suo contributo si comincia a riparlare di contaminazione e di purezza.
Di poesia estemporanea e di altre forme comunicative.
Insisto su un’idea: la poesia estemporanea è ancora debole però si è dimostrato che mantiene grandi potenzialità una particolare attrattiva anche nei confronti di qualche giovane.
Si tratta di alimentare qualche aspettativa e le occasioni di attrazione creando un circuito regionale che come nel caso di questa iniziativa abbia una qualche risorsa finanziaria.
Ribolla va avanti per l’impegno personale di Domenico, qui a Braccagni per l’attività e l’interesse del Gruppo Galli Silvestro. A Suvereto c’è una mezza parola del Sindaco così come a Gavorrano… A Pomonte si realizza da qualche anno un incontro di improvvisatori di varie provenienze
A Cetica si è messo in piedi un incontro estivo…
La Regione Toscana aveva promesso qualche anno fa finanziamenti ad personam per giovani poeti… Non mi era sembrata la proposta migliore… c’è da rimarcare però con amarezza che non ha avuto un seguito
È il caso di vedere dove ci porta il futuro.

Corrado Barontini

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